Sabato pomeriggio, nel corso di un collegamento in
videoconferenza, su iniziativa di Libera, alcuni nostri esponenti hanno
discusso in modo approfondito con membri di Governo per sottolineare la
necessità, ma anche per ribadire la volontà, di dare una mano nell’affrontare
le emergenze che ci sono ora in ospedale a livello di personale, attrezzature e
farmaci, e per iniziare a ragionare insieme su un provvedimento vero di
sostegno e rilancio dell’economia.
Nella nostra area, purtroppo, l’epidemia si sta espandendo
con un’intensità molto forte.
Le autorità italiane per frenare il contagio dove ormai si è ampiamente diffuso e tentare di spegnere i focolai nelle regioni in cui è appena iniziato, hanno deciso di mettere in atto norme ancor più stringenti per mantenere il distanziamento sociale.
La circolazione delle persone viene esclusivamente limitata alle esigenze primarie, con un ferreo controllo degli abusi, vengono chiuse, nelle zone a maggiore intensità, molte vie di comunicazione e fra queste quelle fra i comuni dell’area sud della provincia di Rimini, ponendo sotto rigido controllo le arterie principali con l’obbligo di chiedere a tutti il motivo dello spostamento e la relativa certificazione.
Vengono chiuse tutte le attività economiche ad esclusione di quelle essenziali (alimentari, farmaceutiche), col vincolo, per quelle che rimarranno aperte, di ridurre al minimo il numero dei lavoratori presenti e del controllo da parte dei titolari sia delle condizioni di salute che del distanziamento (dentro queste attività di almeno 1,5 metri) e la raccomandazione ai lavoratori residenti fuori zona di non recarsi al lavoro.
Sabato abbiamo detto al nostro Governo che l’attuale decreto sammarinese lascia ancora aperti tanti, troppi spazi che consentono il contatto fra le persone in particolare sul lavoro e negli spostamenti dei lavoratori relativamente alla loro residenza.
Abbiamo poi rilevato come il provvedimento di autocertificazione dei lavoratori (febbre e rapporto con casi infetti) rischia di deresponsabilizzare i titolari delle imprese dal controllo, attribuendolo impropriamente ai lavoratori stessi. A tal proposito richiamiamo anche la voce dei sindacati che hanno espresso le nostre medesime perplessità.
Scaricare sui lavoratori la responsabilità di un eventuale danno di contagio nei confronti dei loro compagni di lavoro ci pare oggettivamente assurdo, ma ancor più pericolosa è la possibilità che si sviluppino nuovi focolai di contagio, come del resto è purtroppo avvenuto in alcuni luoghi di lavoro della Repubblica.
I Segretari di Stato hanno sostenuto che
l’autocertificazione non sostituisce i doveri dell’imprenditore che restano
tutti vigenti e sui quali sono stati incrementati i controlli, ma
responsabilizza i lavoratori stessi rispetto alla valutazione delle proprie
condizioni di salute.
Abbiamo quindi chiesto che anche a San Marino tutte le
attività (escluse le essenziali) vengano chiuse per tutelare la salute dei
lavoratori e limitare l’espandersi del contagio.
Il Governo ha detto che già a San Marino è stato fatto molto
con la riduzione del 50% del personale, noi riteniamo che ciò non sia
sufficiente e che, dove è possibile, tutte le attività che vedono la presenza
di più persone debbano essere chiuse. Chiudere oggi infatti, significa aprire
prima domani.
Libera ritiene che la tutela dei lavoratori sia una priorità imprescindibile e ci auguriamo che alla luce della decisione del Governo italiano di chiudere tutte le attività economiche, anche il Governo sammarinese possa cambiare idea.
Venerdì abbiamo chiesto che vengano elevati i livelli di
sicurezza per tutti coloro che stanno combattendo in prima linea (medici,
infermieri, Oss, personale dell’ospedale, agenti della Polizia Civile, Gendarmi
e Guardie di Rocca, personale della Protezione civile e Volontari),
sottoponendoli a tamponi e a un continuo screening che ne valuti le condizioni
di salute per evitare contagi.
Oggi chiediamo che la tutela della salute di tutti i
lavoratori venga fatta prevalere rispetto ad esigenze di natura economica che
tra l’altro valgono molto meno dei danni che possono procurare.
I Segretari hanno messo in luce la dimensione economica del
problema che si genera chiudendo le fabbriche. Libera ritiene che tale
dimensione rappresenta poca cosa rispetto al danno che genera ogni nuovo
focolaio di Covd-19 e ha dato la propria disponibilità a sostenere le politiche
necessarie affinché siano messe a disposizione dell’economia le risorse
necessarie, non appena la crisi sanitaria sarà terminata.
Siamo certi che a queste esigenze sarà in grado di
rispondere il Paese unito, ma prima pensiamo ad uscire il più in fretta
possibile dall’incubo.
Sappiamo che dovremo affrontare una dura crisi e non sarà facile per molti riaprire la propria attività, per questo lo Stato deve attrezzarsi già da ora, per essere in grado di intervenire con strumenti molto robusti di sostegno alle imprese.
Il necessario sostegno dato oggi ai lavoratori dipendenti che non possono recarsi al lavoro, deve essere esteso a tutti i lavoratori, in particolare agli autonomi che al momento sono stati esclusi da ogni tutela, mettendo in atto un piano di forti investimenti pubblici e forte sostegno per il credito affinché il maggior numero di attività possano ripartire.
Tutto ciò non dimenticando cosa questa gravissima crisi ci sta insegnando: occorre più solidarietà fra le persone e fra gli Stati, più impegno dello Stato nella sanità e nei servizi essenziali, più rispetto del nostro ambiente e del nostro Mondo.
Il Governo ci ha detto che San Marino deve essere strettamente conseguente alle scelte che vengono fatte in Italia per non perdere la possibilità di essere aiutata. Ci pare che questa motivazione non sia più opponibile alle nostre richieste di realizzare un rigido regime di tutela, poiché le regole nel nostro Paese, accettando di correre più rischi con le fabbriche aperte e una mobilità dei lavoratori ancora troppo intensa, divergono da quelle adottate in Italia.
Dal Governo una buona notizia capace di realizzare la nostra proposta di estendere lo screening per l’identificazione del Covid-19 ad una cerchia molto più vasta di persone, in particolare al personale sanitario e di protezione civile, ma anche a coloro che solo sospettano di essere stati contaminati. E’ infatti fondamentale una mappatura degli asintomatici positivi, quindi contagiosi, favoriti come siamo dalla misura del nostro territorio e dal numero dei suoi cittadini.
Sembra che il nostro laboratorio analisi, molto presto, sarà in grado di effettuare autonomamente la verifica dei tamponi. Questa è un’ottima notizia anche perché ciò può anticipare le diagnosi di molte ore e isolare con più tempestività i focolai, e ricordiamo al Governo che oltre ad effettuare un numero molto superiore di tamponi, come viene richiesto (finalmente) anche dall’Oms, è immediatamente necessario mettere in campo una task force che possa effettuare esami epidemiologici a tappeto, così come è stato fatto a Wuhan e in Corea del Sud con risultati importantissimi di contenimento.
Riteniamo che la sicurezza della nostra popolazione debba essere al primo posto e, come avevamo chiesto noi già dagli inizi di marzo di chiudere tutto, oggi ribadiamo questa assoluta necessità di stringere ancor di più le difese per poter sconfiggere l’epidemia, alleviare le sofferenze della nostra popolazione, diminuire i rischi per il personale impegnato in prima linea e avvicinare il momento in cui anche San Marino potrà ripartire.
San Marino 22 marzo 2020 Libera